Sono arrivata in Croce Azzurra nel novembre del 2015 dopo un licenziamento. Grazie ad una vicina di casa, anche lei volontaria, sono venuta a conoscenza del corso di primo soccorso. Che avevo da perdere, tanto di tempo ne avevo!
Appena terminato il corso mi sono iscritta compilando i moduli e nel febbraio del 2016 sono diventata una volontaria.
Purtroppo per problemi personali importanti non ho potuto svolgere l’attività di emergenza (ovvero diventare soccorritrice ed uscire in ambulanza).
Ho chiesto ai colleghi quale altra mansione potevo svolgere, ed è così che sono entrata in contatto con il mondo del centralino.
Sono stata affiancata dalla signora Paola, una collega esperta in questa mansione. All’inizio andavo due giorni a settimana proprio perché volevo imparare più nozioni possibili. Mi ricordo di avere un blocco pieno di appunti, in quanto le informazioni erano tante. Dalla semplice telefonata a quella del 118.
Quando suonava il telefono entravo in contatto con infinite realtà. Dalla centrale trasporti al cittadino che prenotava una visita o un servizio.
Ricordo le persone anziane, molto spesso sole, che chiamavano per un saluto o semplicemente per fare un po’ di conversazione.
Mi scalda il cuore quando da una semplice telefonata ci ringraziano per i servizi che svolgiamo; perché ci siamo sempre!
Poi arrivano le telefonate del 118.
Ogni volta che suona il telefono (collegato ad una campana) non so mai dove andranno i miei colleghi, quali persone aiuteranno, chi accompagneranno in ospedale per le cure.
Ricordo, come se fosse ieri, queste parole: la Croce Azzurra non è solo servizio H24 di emergenza, ma è anche servizio di centralino. E se l’emergenza viene svolta in modo ottimale è anche merito del centralinista!
Silvia, la centralinista